Esonero contributivo lavorartici madri
Nel 2025 ci sono due diverse misure di esonero contributivo per le madri lavoratrici in Italia, a seconda che abbiano due o tre figli.
Nel 2025 ci sono due diverse misure di esonero contributivo per le madri lavoratrici in Italia, a seconda che abbiano due o tre figli.
Legge del 2024
Esenzione totale (fino a un massimo di 3.000 € all'anno) dai contributi previdenziali per le madri con tre o più figli, il cui figlio più giovane abbia meno di 18 anni. L'agevolazione si applica ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato negli anni 2025 e 2026. Non è previsto alcun limite di reddito.
Legge del 2025
Per il 2025 è prevista un'esenzione parziale dai contributi previdenziali per le madri con due o più figli, il cui figlio più giovane abbia meno di 10 anni. L'agevolazione si applica ai rapporti di lavoro a tempo determinato e indeterminato, nonché alle madri lavoratrici autonome, negli anni 2025 e 2026. La normativa prevede un limite massimo annuo della base imponibile di 40.000 €.
In entrambi i casi, le madri devono comunicare al datore di lavoro o direttamente al INPS il numero e i codici fiscali dei figli.
Per l'anno 2025, l'INPS ha stabilito le aliquote contributive per le pensioni dei lavoratori artigiani e commercianti. Le aliquote contributive sono pari al 24% per i titolari e collaboratori di età superiore a 21 anni e, a partire dal 2025, anche per i collaboratori di età inferiore ai 21 anni. Per i commercianti, si aggiunge un contributo dello 0,48%.
Il reddito minimo annuo per il calcolo dei contributi IVS è di 18.555,00 €. Le aliquote contributive per artigiani e commercianti sono le seguenti:
Per i redditi superiori a 55.448,00 € e fino ad un massimo 120.607,00 € (92.413,00 € per i soggetti iscritti prima del 1996), l'aliquota contributiva aumenta di 1%. I contributi devono essere versati trimestralmente utilizzando i modelli F24.
Con la comunicazione n. 579 del 22 gennaio 2025, l'Ispettorato Nazionale del Lavoro ha definito la procedura per il licenziamento dei lavoratori in caso di assenza ingiustificata. Questa normativa consente ora ai datori di lavoro di risolvere automaticamente il rapporto di lavoro se un dipendente è assente senza giustificazione per un periodo superiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale o, in assenza di una regolamentazione contrattuale, per più di 15 giorni.
Il datore di lavoro è tenuto a segnalare l’assenza ingiustificata all'Ispettorato del Lavoro competente tramite PEC e utilizzando un apposito modulo fornito dall'Ispettorato, che ha la facoltà di verificare l'accuratezza della segnalazione. Il lavoratore ha la possibilità di dimostrare le ragioni della propria assenza. Se l'Ispettorato riconosce la validità delle motivazioni del lavoratore o ritiene infondata la segnalazione del datore di lavoro, il licenziamento viene annullato e il rapporto di lavoro viene ripristinato.
Se invece il licenziamento viene confermato, il rapporto di lavoro si considera risolto senza la necessità della consueta procedura telematica di dimissioni da parte del lavoratore.
Questa normativa semplifica la procedura di licenziamento per assenza ingiustificata prolungata, eliminando l'obbligo di una dichiarazione esplicita di dimissioni.